Lanna riempì la teiera, la lasciò in infusione per qualche istante, quindi la portò al tavolo dove Shann era impegnato in una accesa conversazione con il Delegato Dyce. Aveva preparato il tè solo perché sapeva che occorreva a Shann, e non perché avesse sentimenti di ospitalità. Il delegato aveva impegnato Shann per giorni, minacciandolo e intimidendolo, prima riguardo ad un argomento, poi riguardo ad un altro. Questo pomeriggio la discussione riguardava laereo abbandonato.
"Dobbiamo assolutamente averlo." Stava dicendo il delegato. "Insisto assolutamente su questo."
"No" gli rispose stancamente Shann.
"Non dirmi di no", brontolò laltro, con la barba nera che si agitava irosamente. "Non ne fate nessun uso! Diamine, non potete neanche ripararlo, ed anche se fosse in condizione di volare, dove trovereste il carburante "
"No," ripetè Shann. "Laereo non è compreso nellaccordo che abbiamo fatto con i vostri esploratori. Inoltre "
"Dimenticate laccordo! Io sono la persona con lautorità di commerciare." Il delegato colpì pesantemente il tavolo con il pugno, facendo tremare i piatti.
"Delegato", lo interruppe Lanna "se vi interessa bere il nostro tè dovete smetterla di colpire il tavolo, per permettermi di versarlo."
"Eh? tè?" La barba nera scattò nella sua direzione, e gli occhi neri sotto le pesanti, torve sopracciglia sembravano accorgersi di lei per la prima volta. "Oh, molto bene. Versalo ragazza. Versalo"
Lanna soppresse la diabolica tentazione di scaricare il contenuto della teiera sul collo delluomo e riempì con attenzione entrambe le tazze. Udì Shann che mormorava "Dovè Mazal?" e gli rispose quietamente "È andata a pescare"
In precedenza Mazal aveva detto "Se dovessi ascoltare ancora quel rospo, perderei la calma e renderei le cose peggiori per tutti noi. Comunque ci serve qualcosa per cena. Forse prenderò una passera di mare."
Poco prima di andare Mazal disse "Non vuoi provare solo per una volta?" Ma ella aveva scosso la rapidamente la testa terrorizzata dal pensiero di essere così vicina a quello strano mare che temeva ed odiava così tanto. Una volta aveva amato lacqua e le spiagge, ma ora non riusciva a forzarsi ad avvicinarsi più del porto. Era protetto, ed il promontorio sporgente bloccava la vista della temuta distesa che si allargava fino allorizzonte. Ma Mazal pescava nella baia aperta, che si trovava appena al di là del promontorio. Lanna non poteva andare lì.
Fino a che sarebbe vissuta, sapeva che non avrebbe potuto vincere lorrore di quella emergente, ruggente ondata che aveva spazzato la terra, la sera che Mazal laveva portata lì in volo. Il loro piccolo aereo, il gemello di quello usato da Insegnante, era stato sovraccaricato pericolosamente con lequipaggiamento medico di Shann, e non era stato capace di seguire il grosso aereo davanti. Continuavano ad abbassarsi, più in basso, più in basso
Improvvisamente Lanna si trovò a pensare ancora ad un dettaglio che aveva quasi dimenticato.
Il delegato interruppe i suoi pensieri. Bevve rumorosamente dalla tazza, quindi chiese, "Ragazza, che tipo di te è questo?"
"Sassofrasso"
"Eh? Che cosè?"
"Un albero che cresce qui. Usiamo le radici"
Bevve un altro lungo sorso. "Non male. Niente male davvero. Non sarebbe male avere alcune balle di quelle radici tra le altre cose".
Shann scosse la testa "Mi dispiace, no"
"Eh?". Il delegato posò lentamente la tazza "Dici no a questo. Dici no a quello. Stai esaurendo la mia pazienza, Dottore. Penso che tu mi debba una spiegazione"
"Non ti devo niente", ritorse Shann, talmente tagliente da sorprendere Lanna. Si tolse gli occhiali, si strofinò gli occhi stanchi e disse lentamente "Ne abbiamo pochi di quegli alberi e bastano solo per le nostre bevande. Insegnante li ha piantati prima del Cambio, insieme con altre cose che normalmente non crescono qui. Si diffondono rapidamente e nel giro di pochi anni ne avremo da scambiare. Ma non ora. Sono tra gli oggetti di cui è bandito il commercio"
"Davvero? E chi lha bandito?"
"Insegnante"
"E Insegnante ha bandito anche laereo?"
"Certamente. Ed io non penso minimamente a contravvenire ai suoi ordini"
Un rossore pericoloso stava scurendo la faccia del delegato. "Stai cercando di dirmi che questo invisibile vostro Insegnante dirige High Harbor e vi dice cosa fare?"
"Naturalmente", replicò Shann "Perché non dovrebbe?"
Ci fu silenzio. Da qualche parte del boschetto di pini sopra al cottage, Lanna sentì il gracchiare del corvo. Il suono arrivò tre volte ed era così reale che avrebbe prestato poca attenzione ad esso se non stesse attendendolo.
Lasciò stare la credenza che stava pulendo una scusa per restare in cucina e cominciò ad indossare il mantello. Quindi esitò perché il delegato era esploso nuovamente.
"Mi sto stufando di questo ricorrere a Insegnante" brontolò rabbiosamente "Esiste davvero? Comincio a dubitarne. Ora ascolterai me". Un grosso indice fu spinto sotto il naso di Shann. "Ho dato ai tuoi ragazzi gli strumenti per tagliare il legno che ci avete promesso, ma non otterrete nientaltro fino a che non vedrò i tronchi sulla spiaggia e laereo con loro. Voglio che i tronchi siano legati in zattere, e che laereo sia suddiviso in pezzi che possano essere caricati sulle zattere. È chiaro?"
"Niente aereo." Disse pacatamente Shann.
"Allora non avrai la stoffa che ho portato e neanche gli stivali!"
Lanna desiderava disperatamente la stoffa qualunque tipo di stoffa così come centinaia di altre ragazze. Ma improvvisamente si ritrovò a dire. "Tenetevi la vostra sudicia vecchia roba! Possiamo farne a meno. Perché ogni ragazza si sta tessendo la sua ed è migliore di quella che ci avete mostrato. Lo stesso vale per gli stivali. Vedete?"
Tese la sua mantellina di lana e lino che gli era costata tanti sforzi e il minuscolo piede racchiuso dentro ad un corto stivale tessuto. Prima che lo sconcertato delegato potesse riprendersi e cominciare a fare domande alle quali preferiva non rispondere, si buttò la mantella sulle spalle e si diresse alla porta.
"Vado a trovare la nostra ascia" disse a Shann.
Proprio mentre usciva arrivò nuovamente il segnale del corvo.
Giunta allangolo del cottage Lanna esitò e si guardò attentamente intorno per essere sicura che nessuno la osservasse. Tranquillizzata si affrettò tra gli alberi di fronte allufficio di Shann ed iniziò a scalare il pendio.
Perché, si chiedeva tristemente, una cosa ordinaria come la stoffa, di cui non si può fare a meno, deve essere così difficile da fare a mano? Non si trattava semplicemente del tessere. Quella era la parte che le piaceva. Ma era le ore senza fine che venivano prima tosare le pecore, piantare il lino, e tutte le altre cose da fare - non dimenticandosi del problema principale di trovare cibo sufficiente da restare vivi. Non è onestamente possibile condannare alcuni dei giovani che si sono arresi, ed hanno abbandonato il lavoro extra trasformandosi in selvaggi.
Ma la stoffa del Nuovo Ordine sarebbe stata daiuto. Naturalmente era trasandata. Era la peggiore che avesse mai visto. Ma era comunque meglio che niente stoffa del tutto.
A metà strada lungo il pendio si fermò improvvisamente pensando nuovamente alla cosa che aveva quasi dimenticato. Era qualcosa che riguardava il piccolo aereo che lei e Mazal avevano usato per volare fino a lì. Il gemello dellaereo di Insegnante. La grossa macchina che avevano seguito su cui Shann aveva volato insieme con i bambini era stata una specie di elicottero. Ma il piccolo aereo non lo era. Era molto differente.
Ma cosa aveva di così differente?
"Ecco perché," pensò ad alta voce, "non aveva rotori!"
Non aveva neanche ali o una qualunque cosa che somigliasse ad un motore. Con il carico pesante, che lei e Mazal avevano impilato allinterno, era stato a malapena in grado di raggiungere High Harbor. Infatti arrivò giù tra gli alberi due miglia prima di High Harbor e dovettero impegnare diversi giorni per portare fuori i rifornimenti medici. Stranamente non erano più tornate allaereo e Mazal raramente laveva menzionato fino allultima serata in cui aveva parlato con Insegnante.
"Non so se sono io o il tempo" riportò Mazal "Ma non ho avuto il minimo problema nel ricevere, questa volta. Insegnante ha detto che non dobbiamo cedere laereo, o alcuna parte di esso, in nessun caso. Gli ho detto che quello piccolo era ancora nascosto nei boschi, dove è piombato giù, ed ha risposto che è un bene, perché vuole che questi tizi neanche la vedano."
Per Lanna ora il motivo era improvvisamente chiaro. Nellapparato dei due aerei, soprattutto nel piccolo, ci sono segreti che il Nuovo Ordine non doveva avere.
Cera dellaltro nel messaggio di Insegnante, ed al pensiero di ciò sentì nuovamente una istantanea furia e gioia. Furia per la maniera in cui il Nuovo Ordine trattava gli Occidentali, e gioia perché Insegnante aveva visto per davvero Conan ed aveva parlato con lui. Non che la situazione di Conan fosse adesso migliore, ma ora sapeva con sicurezza dove si trovava, ed il fatto che fosse vicino ad Insegnante la faceva sentire come se fosse al suo fianco.
Il segnale del corvo, questa volta da qualche luogo vicino, riportò Lanna al presente e la fece affrettare lungo il pendio. Giunta in cima si fermò vicina ad un pino contorto e scrutò le ombre sui due lati. Faceva attenzione a non girare troppo la testa, perché da quellaltezza cera una vista sconfinata e terrorizzante del mare.
"Jimsy?" sussurrò.
Una piccola stracciata figura a piedi nudi, dalla testa rossa ed incredibilmente lentigginosa era apparsa da dietro ad un albero. In una mano insudiciata stringeva un rozzo arco e due frecce. Nellaltra teneva uno scoiattolo morto.
"Oh, Jimsy!" esclamò affranta "Come hai potuto? Hai ucciso uno dei miei piccolini!"
Degli occhi freddi e duri come due agate la scrutarono da sotto la folta massa di capelli rossi "Devo mangiare. Altri due che ho beccato aiutano a mangiare"
"Ma cè il pesce!"
"Aw, pesce," disse sprezzantemente "Tienilo. Voglio carne"
Lanna sospirò. Jimsy non poteva avere più di dieci anni e stava crescendo selvaggio. Comunque veniva ancora alla classe che in qualche modo ella riusciva a gestire un paio di mattine alla settimana. Non sapeva perché, ma era grata che fossero rimasti amici".
"Hai trovato la nostra ascia?" chiese
"Yeah"
"Va bene, dovè?"
Jimsy distolse lo sguardo e si passò la lingua appuntita sulla truce bocca. "Orlo lha presa".
"Oh, no!"
"Non lho portata per questo"
"Dovè il posto di Orlo?"
"A cosa ti interessa saperlo?"
"Perché voglio lascia e sto andando a prendermela! Jimsy, quellascia deve tagliare la legna per venti persone. Semplicemente non possiamo farne a meno." Era qualcosa di più di un semplice attrezzo per spaccare la legna, serviva come strumento universale per una dozzina di scopi.
Jimsy si leccò nuovamente le labbra. Infine disse "Non andrei lì, se fossi te"
"Io certamente non vorrei andarci" ammise lei. "Ma chi lo farà per me?"
"Non cè nessuno. Tutti i ragazzi hanno paura di lui"
"Quindi devo farlo io. Come ci arrivo da qui?"
"I-io non posso dirtelo. La strada è lunga"
"Allora accompagnami abbastanza vicino che possa trovarlo da sola. Non dirò a nessuno che mi hai aiutato."
"Prometti?"
"Naturalmente che lo prometto, adesso andiamo"
Infine quando Jimsy la lasciò era su una cresta lontana a sud di High Harbor. Da qualche parte al di sotto, alla sua destra, cera un burrone dove si nascondeva il campo di Orlo.
Larea le sembrava vagamente familiare, ma non la riconobbe fino a che non strisciò giù fino al burrone e non vide il minuscolo fiume. Spalancò gli occhi alla vista dellacqua che sgocciolava sulle piatte rocce, creando una serie di pozze. Le riconobbe immediatamente. Erano esattamente come cinque anni fa, quando lei e Mazal si fermarono a bere. Lunica cosa cambiata erano gli alberi. Cera una spessa, soffice coltre quando li aveva visti per la prima volta, perfetti per attutire la caduta del piccolo aereo, quando Mazal fu costretta ad atterrare.
Ora non poteva vedere lo scafo, perché gli alberi erano cresciuti abbastanza da nasconderlo completamente. Ma sapeva con precisione dove si trovava.
Per un momento esitò, sapendo che era pazzesco continuare. Quindi pensò alla preziosa ascia. Era uno strumento snello, di solido acciaio, abbastanza leggero da poter essere usato da una ragazza, e veniva usato da tutti coloro che vivevano nellangolo sud del porto.
La sua bocca si strinse con determinatezza. Afferrandosi le piccole mani si mosse rapidamente in avanti.
Improvvisamente sentì lodore della carne sul fuoco e pochi istanti dopo si trovò sullorlo di uno spazio parzialmente libero. Direttamente di fronte a lei cera un ragazzo accucciato di fronte ad un fuoco basso, che girava lentamente qualcosa infilzato su un ramo verde sostenuto da paletti biforcati. Sembrava la carcassa intera di una capra.
Con una rapida occhiata Lanna colse le capanne e ripari vuoti sulla destra, il piccolo aereo che giaceva incuneato tra gli alberi simile ad una lacrima appiattita, e la pila di legno dietro al fuoco. Lascia che aveva tagliato quel legno giaceva a terra lì accanto.
Trovare il campo di Orlo deserto, salvo per il ragazzo che si occupava del fuoco, sembrava troppo bello per essere vero. Gli altri erano probabilmente lontani a procurarsi il cibo da qualche parte.
Con un occhio sul ragazzo, che le dava la schiena, scivolò silenziosamente intorno alla pila di legno. Lascia era praticamente a portata di mano quando sentì un debole suono metallico alla sua sinistra. Girò la testa e si bloccò.
Orlo era appena balzato fuori dal piccolo aereo. Stava appoggiato ad esso, rosicchiando annoiato della carne da un osso, mentre la studiava insolentemente ad occhi stretti. Aveva un principio di barba, della quale pareva molto orgoglioso dato che continuava a tirarne la punta con la mano libera. I capelli spettinati, il sudicio giaccotto di pelle di capra le facevano pensare ad una giovane, e decisamente spiacevole, divinità pagana di cui aveva letto.
"Bene, bene, bene!" disse dolcemente "Guarda chi è venuto a vedere il papà!" Improvvisamente gettò losso nella direzione del fuoco unazione che lo ricompensò con un istantaneo strillo - ed aggiunse "Perché non mi hai detto che avevamo compagnia, Limpy?"
"I-Io non lavevo vista, Orlo!" protestò Limpy. "Davvero "
"Un giorno Limpy, ti taglierò in piccoli pezzi da friggere." Gli occhi di Orlo tornarono su Lanna. "Oh, no non lo farai pollastrella. Lascia resta qui."
"Non rimarrà qui" disse freddamente, raccogliendola. "Ne hai unaltra, laggiù!". Ne indicò una con un manico rotto. "Perché non la ripari? Questa serve a venti persone"
"Non mi hai sentito? Ho detto che resta qui. Mettila giù"
Lanna lo ignorò e corse via. Lo udì avvicinarsi e sapeva che poteva fermarlo con lascia. Ma non seppe decidersi ad usarla come arma.
Come ricompensa per la sua decisione lascia le fu strappata di mano. Listante successivo ricevette una sberla furiosa che la mandò a gambe allaria.
In qualche modo si mise in ginocchio, respirava singhiozzando terrorizzata. Questo era un Orlo differente dal giovane ribelle che, oltre un anno fa, aveva dato così tanti problemi a Shann. Questo era un animale pericoloso che aveva scoperto di poter fare quello che gli piaceva. In qualche parte della sua mente che continuava a lavorare, nonostante il colpo ricevuto, realizzò istantaneamente due cose Orlo stava diventando una minaccia per tutta High Harbor e che non sarebbe riuscita ad andarsene sana e salva a meno che non fosse riuscita ad ingannarlo.
"È il momento che tu impari da me", lo udì dire. "Pollastrella, alzati. Dobbiamo fare una chiacchierata. E non provare a scappare o le prenderai per davvero."
Rifiutò di muoversi. Devo fare in modo che mi faccia cadere ancora, pensava stordita. E devo cadere a destra. Ma prima devo fargli perdere il controllo.
"Sei il più schifoso dei ladri" cominciò, mettendoci tutto il freddo disgusto che poteva metterci "Il resto di noi lavora duramente per ottenere quello che abbiamo e lo condividiamo, così che tutti possano mangiare. Ma tu non fai niente per aiutare. Tu rubi. Uno così schifoso da rubare il cibo a giovani che sono la metà di lui "
"Zitta!"
"- è peggio di un ratto. E sei stupido! Stai uccidendo le povere bestie che stiamo cercando di salvare per avere la lana -"
Improvvisamente, come una serpe che morde, la sua mano scattò e la strattonò a terra. Listante successivo cercò di riprendersi dal tremendo colpo che aveva ricevuto su un lato della testa. Solo lo spiegazzato orlo del mantello la salvò dallo svenimento. Era difficile conservare la mente lucida, ma in qualche maniera riuscì a fare in modo di cadere vicino al fuoco così vicina da sentire le ceneri ardenti nelle sue mani.
Riuscì a rimanere immobile fino a che non lo sentì avvicinarsi. Quindi ficcò le mani nei carboni, roteò e gli scagliò i carboni e le ceneri ardenti direttamente in faccia.
Egli urlò ed iniziò a maledirla, mentre si artigliava freneticamente gli occhi. Prima che realizzasse quello che stava facendo, ella era di nuovo in piedi e roteava un legno che aveva afferrato dalla pila di legno.
Le occorsero tre forti colpi per ridurre Orlo allincoscienza, ma quando finalmente cadde, rimase immobile. Lanciò il legno contro il boccheggiante Limpy, facendolo zoppicare via, quindi afferrò lascia e corse.